Tavecchio lo capisce subito, però dopo

16/09/2014 alle 12:15.
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IL FATTO QUOTIDIANO (A. SCANZI) - Se continua così, finirà col suscitare tenerezza. Dopo l’Optì Pobà mangiabanane, l’intellettuale Carlo Tavecchio si sta sottoponendo alla via Crucis delle comparsate televisive per rifarsi una verginità mediatica. Il primo a non crederci è lui, però gli hanno consigliato di andarci. E così, non senza stoicismo, si sottopone al martirio delle domande dei conduttori. Ben sapendo che, più prima che poi, gli faranno rivedere quella scena.

Nel frattempo Tavecchio ha scelto , promesso la Serie A a 18 squadre e puntato sul rilancio del calcio femminile (ha cambiato idea: prima diceva cose tipo “credevamo che le donne nel calcio fossero handicappate ”). Lui, però, resterà per tutti quello di Optì Pobà. Domenica era a Quelli che il calcio, una settimana fa a Tiki taka . Vorrebbe smacchiare la banana, ma non ci riesce. Ospite di Savino, ha minimizzato: “È stata una piccola sciocchezzuola. Finora si è parlato del fatto marginale e non del contesto”. Ha puntualizzato: “Guardi che Optì Pobà non esiste”. Ha esultato: “Con il mio provvedimento, chiunque si trovi sul territorio italiano può giocare a calcio. È stato una specie di Ius Soli”. E ha pianto un po’: “Dopo mezz'ora ho riconosciuto il mio errore. Per quanto dovrò ancora riconoscerlo?”. Naturalmente caricaturale, ha dialogato anche con . Solo che non era lui, ma Ubaldo Pantani che lo imitava. Tavecchio è parso dubbioso. Poi, nella sua generosità gaffeuse , ha regalato l’ennesima perla: “L’ho capito subito che non era lui, ma dopo”. Una sorta di autoritratto, perché a ben pensarci Tavecchio è così: lo capisce subito, però dopo.

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