Stadio Roma, Grancio: "Oggi la pietra tombale sul progetto Tor di Valle, interesse pubblico da revocare"

20/03/2019 alle 19:33.
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Cristina Grancio, consigliera del Comune di Roma, che era stata espulsa dal Movimento 5 Stelle per aver avanzato dubbi sul progetto legato al , è intervenuta ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano – Dentro la notizia

Sull’arresto di Marcello De Vito. “Non sono stupita perché De Vito aveva ai miei occhi un atteggiamento ambiguo sul –ha affermato Grancio-. Non si capiva se fosse a favore o contro, anche durante le riunioni di maggioranza. Probabilmente questa situazione chiarisce la sua ambiguità”.

“Io –ha spiegato Grancio- ho sempre messo in guardia la sindaca Raggi, ma anche Fraccaro e Bonafede, i due delegati di Luigi Di Maio. Di Maio ora rilascia queste dichiarazioni patetiche ma lui, attraverso i suoi due delegati, c’è stato in questa situazione dello stadio. Hanno partecipato alle riunioni di maggioranza, hanno ascoltato le problematiche che c’erano eppure sono andati avanti come treni. Secondo me le cause sono l’impreparazione dal punto di vista urbanistico, dal punto di vista politico e anche personale. Hanno avuto un’arroganza e una supponenza che non vanno bene se si vuole fare questa professione”.

“Questa vicenda sarà la pietra tombale sul progetto stadio varato dalla giunta Raggi –ha dichiarato Grancio-. Insieme a Fassina ho presentato una mese fa una delibera di annullamento in autotutela, proprio legata a tutte le illegittimità che ha sempre riscontrato il tavolo dell’urbanistica che poi è stato falcidiato. Proprio in questi giorni questa delibera sta iniziando il suo iter nei due municipi dove cadrà la variante urbanistica, cioè il nono e l’undicesimo. Quindi mi aspetto che questa delibera passi e sia appoggiata, perché non avrebbe senso proseguire con lo stadio dopo queste vicende”.

Conseguenze sulla giunta? Credo che loro continueranno ad andare avanti alla cieca, non vedo né la capacità di capire quello che gli sta succedendo, né l’umiltà di fermarsi. Mi sembra che, salvo il fatto di tuonare giustamente contro la posizione di De Vito, non ci sia un minimo di riflessione sull’iter dello che a questo punto si porta dietro anche altre situazioni urbanistiche, che sono quelle che conoscevamo e avremmo dovuto affrontare entrando in Campidoglio. E’ nel sistema urbanistico che c’è la grande speculazione e ci sono i grandi problemi. Questo aspetto invece è stato chiuso in un cassetto, ha fatto saltare il Municipio VIII. Non vedo alcun tipo di riflessione da parte della sindaca. Ritengo che questa giunta non sia minimamente in grado di andare avanti. A questo punto credo che le dimissioni siano doverose. Chiedere le dimissioni della giunta è un dovere nei confronti della città”.

“Come si sentono gli elettori della prima ora dopo questa vicenda? Traditi, come mi sono sentita io quando mi sono ritrovata in questa situazione in cui io cercavo di far aprire gli occhi ai miei compagni e invece venivo additata e messa in una situazione di mobbing” ha concluso Grancio

(radio cusano campus)


De Vito aveva un atteggiamento incomprensibile – ha commentato la Grancio in un secondo intervento all’emittente radiofonica – non si è mai esposto, ma ho visto il Consiglio Comunale passare dall’unanimità all’annullamento a decidere l’esatto contrario. E’ certo che qualcosa si muoveva in modo strano. Se avessero potuto leggere tutti quel famoso parere dell’Avvocatura, poi secretato dalla sindaca… Ci sono state mosse opache”

“Se ho avuto modo di confrontarmi con qualcuno all’epoca? Quando uscì la notizia dell’accordo con la Roma, non ci hanno dato modo di confrontarci. Siamo passati dall’attesa del Parere dell’Avvocatura ad una telefonata da Beppe Grillo, con Bonafede che teneva il telefono, che ci diceva “Bravi, bravi, tutto a posto!”. Si erano come assuefatti ad andare avanti con queste modalità. Quando ho chiesto di portare le mie osservazioni in Commissione Consiliare, è arrivata la richiesta della mia sospensione, arrivata da parte dell’attuale ministro Fraccaro, per la gravità delle mie azioni. La nostra linea? Volevamo lo stadio, ma non a . La Procura potrà dire che l’iter non è intaccato dall’indagine, ma se arriva la variante voglio vedere come va a finire… In futuro ci saranno, eccome, le possibilità che l’iter venga intaccato

"Già all’epoca della votazione di giugno 2017, io ricordo a memoria che ci eravamo assenti 6 o 7 persone che non volevano venire a votare l’interesse pubblico, poi in realtà solo 3 consiglieri non votarono. Ora credo che potrebbero essere aumentati. Nei municipi sono sicuramente di più. Credo che la città meriti una rivisitazione di questa storia. Ho presentato una delibera di annullamento in autotutela, assieme all’onorevole Fassina, sono curiosa di vedere chi voterà contro. Quello che emerso dalla relazione del Politecnico di Torino è inquietante, lasciare un intero quadrante in preda al traffico è qualcosa di imperdonabile. Mi auguro che questa delibera possa arrivare in aula e si possa ripensare tutto da capo”

La maggioranza mi considerava una che farneticava, ho vissuto un’emarginazione. I miei colleghi consiglieri avevano paura di parlarmi. Chiederemo le dimissioni della Raggi, questa sindaca non è all’altezza nemmeno di riconoscere le persone che sceglie. E’ paradossale che non si riesca a vedere come si muovano certe dinamiche. Eppure non era difficile capirlo... Mi sono chiesto cosa ci stesse a fare uno come Lanzalone a gestire la più grande operazione urbanistica nella Capitale degli ultimi anni. L’uscita di scena Berdini? Ha fatto benissimo a dimettersi, lo stavano per usare come foglia di fico per giustificarsi.hanno detto che non sono andati in annullamento perché Berdini non ha prodotto un atto, dimenticandosi del parere negativo dato proprio da Berdini. Berdini si è impegnato eccome, ma loro lo volevano usare come foglia di fico.”

(radio radio)


 «Le prime notizie sui capi di imputazione che gravano sul Presidente Marcello De Vito configurano fatti di gravità inaudita e mettono con ogni evidenza in discussione lo stesso governo della città. Una cosa è certa: continuare, come se nulla fosse successo, il procedimento di localizzazione dello stadio a sarebbe un'intollerabile mancanza di rispetto verso la stessa Assemblea capitolina e verso i cittadini romani che non meritano di assistere ancora ad atti contrari all'interesse pubblico». Lo ha detto Cristina Grancio, esponente di demA e capogruppo del Misto in Assemblea capitolina dopo essere uscita da M5s per aver espresso, sottolinea la stessa Grancio in una nota, il suo netto dissenso sulle scelte concernenti lo stadio dell'A.S. Roma.

«Ho presentato lo scorso 25 febbraio - prosegue la consigliera capitolina - una proposta di delibera che annulla in autotutela la dichiarazione di interesse pubblico per lo stadio di , dichiarazione votata dall'Assemblea capitolina nella seduta del 14 giugno 2017, presieduta proprio da De Vito. La mia proposta di delibera, che azzera un iter pieno di forzature ed illegittimità, è già all'esame dei due Municipi interessati (IX e XI), e può essere calendarizzata in Assemblea entro il prossimo mese di aprile. Proviamo a restituire trasparenza e dignità alle scelte urbanistiche, è quello che merita la Capitale del Paese»

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