Parma, Lucarelli: "Abbiamo migliorato il sistema, ne siamo orgogliosi"

27/03/2015 alle 16:13.
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«C'è grande soddisfazione, grande orgoglio, per essere riusciti a conquistare queste norme che tuteleranno in futuro i calciatori ma anche i tifosi. La nostra era partita come battaglia con le istituzioni e siamo riusciti a farci ascoltare, per questo appunto c'è grande felicità perché siamo riusciti a migliorare per il Parma che ha subito le mancanze che c'erano nelle norme e migliorare quindi il calcio in generale». Il capitano del Parma, Alessandro Lucarelli esprime così la sua soddisfazione e quella dei crociati dopo quanto è stato deciso nel consiglio federale di ieri. C'è anche una norma sul pareggio di bilancio nel 2018: «Quello deve essere nell'interesse dei presidenti che sono già in sella e per quelli che arriveranno che potranno avere a che fare con società sane. Questo ancora manca, perché l'80% delle società sono indebitate. Come ha detto il presidente Tavecchio bisognerà dare tempo alle società di mettersi a posto entro il 2018 -ha sottolineato il difensore gialloblu-. Si va verso un cambiamento del sistema calcio. Tutti gli sportivi italiani devono essere contenti. Magari nel breve questo punto può essere problematico ma nel futuro non potrà che portare benefici». Sui possibili compratori c'è ancora mistero. «Se c'è davvero il fondo canadese che dice Tavecchio? Parto dal presupposto che il Presidente Tavecchio non deve trovare un compratore per il Parma per cui non vedo perché dovrebbe dire una cosa che non è vera. Presto dovrebbero esserci dei contatti con i curatori. Tavecchio si è messo a disposizione per fare eventualmente da tramite, ma da qui a che un fondo canadese acquisti il Parma ce ne passa, ma non vedo perché Tavecchio dovrebbe prenderci in giro».

«C'è grande orgoglio perché queste modifiche introdotte le abbiamo volute fortemente, occupando anche giorni liberi per viaggi e riunioni. Nello spogliatoio c'è soddisfazione per essere riusciti a conquistare questi che erano nostri obiettivi. Vogliamo salvare il Parma, fino all'ultimo cercheremo di farlo con tutte le nostre possibilità per salvaguardare tanti posti di lavoro e dare a una à come Parma la serie B ripartendo con una società pulita», ha aggiunto Lucarelli. La cosa strana è che sia arrivato un caso Parma prima che si ponesse rimedio a questa mancanza di norme. «In Italia purtroppo è possibile, e non solo in ambito sportivo. Siamo specialisti nell'arrivare sempre dopo per sistemare le cose. Noi che abbiamo vissuto tutto questo, siamo stati i primi a non volere che accadesse più. Quel che è successo a noi è emblematico. Volevamo che questo punto fosse cambiato e la conferma che la mancanza burocratica era grossa è che con questa norma si comincia da subito». Ora come è la situazione è più certa. «Con l'avvento dei curatori c'è qualche certezza in più e andiamo avanti sperando di arrivare a fine campionato trovando un compratore. Giochiamo per rendere appetibile il Parma con le nostre prestazioni, ma tutti devono fare la loro parte. Noi giocatori scendendo in campo e rinunciando agli stipendi nella misura in cui poi ci verrà detto, i tifosi venendo allo stadio, perché vedendo uno stadio vuoto chi deve comprare qualche domanda se la pone. Bisogna far vedere che la tifoseria è vicina alla squadra e risponde presente. Infine chiedo agli imprenditori locali di aiutarci, sia in ottica di acquisizione futura sia aiutandoci se il fondo dei 5 milioni erogato dalla Lega non dovesse bastare».

Ad ogni modo non è stato chiesto dai giocatori del Parma l'introduzione del certificato antimafia. «No, ha pensato la Federazione», ha aggiunto il capitano del Parma che ha poi parlato di Giampietro Manenti. «Se c'è stato qualcosa che ci ha fatto capire che la situazione era irreversibile? Non c'è stato un aneddoto in particolare, ma tutto quello che abbiamo vissuto in questi mesi. Ne abbiamo viste veramente di tutti i colori. A livello umano c'è grande amarezza prima di fidarsi di quelli che consideravi amici e che pensavi che mai ti avrebbero fatto male e invece te l'hanno fatto. Amarezza perché hai sperato prima in Taci e poi nella disperazione sei arrivato a sperare anche in Manenti. Lui con noi tante parole e zero fatti. Ora tutto questo fa parte del passato, vogliamo cancellare tutto quel che è venuto prima del 19 marzo e da questa data in poi dobbiamo voltare pagina e pensare al futuro». Delusione anche per il comportamento di Pietro Leonardi. «La sua scelta di dare le dimissioni ci ha spiazzato, con lui almeno avevamo un punto di riferimento, poi siamo rimasti soli. Può essere giustificabile con il suo stato di salute ma come una figura come quella che ricopriva lui qui al Parma, come detto, siamo rimasti soli». Infine il capitano gialloblu ha detto che è pronto a rimanere anche in Serie D. «O vado avanti con il Parma o smetto. Ho fatto quel che ho fatto perché voglio bene a questa società. Ci metto tanto cuore e tanta passione. A volte mi prendo responsabilità che magari non mi competono ma come ho detto lo faccio sempre perché voglio bene a questa società e vorrei che si trovasse un acquirente». Poi sull'espulsione di domenica: «Per quel che riguarda l'espulsione lì c'è un aspetto emotivo, di stress, che mi porto dietro per situazioni che insieme a qualche mio compagno mi sono caricato sulle spalle a 360 gradi. La mia protesta è stata sbagliata e l'espulsione ci stava ma va anche detto che ultimamente ci stanno arbitrando con superficialità. Nell'entrare in campo ho detto al quarto uomo che vogliamo essere rispettati anche se siamo ultimi e invece mi sembra che il Parma non conti più niente. Anche nelle designazioni mi sembra ci sia superficialità perché ci vengono mandati arbitri che devono farsi esperienza».

(adnkronos)

 

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