Il punto del lunedì - Sconcerti, Agresti, Ansaldo, Mura

29/10/2012 alle 11:31.

Ancora una sconfitta, ancora una rimonta subita dalla Roma. E il giorno dopo il 2-3 in casa contro l'Udinese, ad essere sotto i riflettori sono gli arbitraggi di tutta la nona giornata di campionato, giudicati negativamente anche dallo stesso Zeman:

CORSERA - Mario Sconcerti

La Domenica degli errori

Nella pessima domenica degli arbitri il primo errore sarebbe mettere tutti gli sbagli sullo stesso piano. A Torino c'è stata un'ammonizione data e una evitata che hanno forse cambiato la partita; a Firenze un gol regolare annullato per un fuorigioco inesistente, errori pesanti, forse determinanti, ma banali come il male di vivere. Nel giro di un campionato di solito vanno e vengono. La grande stranezza è capitata a Catania perché lì era stata presa subito la decisione giusta. E questo il paradosso: sono stati necessari 45 secondi di discussioni altamente tecnologiche tra i sei arbitri per arrivare a una decisione che annullava quella esatta presa all'inizio. Non vedere un fuorigioco, un fallo, può capitare. Ma discutere in sei per cambiare una decisione giusta, è grottesco. Si dice, mettiamo la moviola in campo. Va bene, facciamolo, ma ricordiamoci che la moviola non decide, mostra. Le decisioni toccherebbero ancora agli arbitri. E ogni azione ha il suo contrario, ogni azione è quasi sempre soltanto un'opinione. Come se ne esce allora? Non credo se ne possa uscire. Bisogna accettare, a volte fidarsi, quasi sempre incrociare le dita. Ma qui è diverso. E il teatrino stesso degli arbitri a Catania che segnala una buona fede di fondo. Troppo sciocco per essere crimine. Pensate a una piccola folla di ladri: può mettersi mai a discutere la strategia del furto al microfono e davanti a tutte le televisioni? Perché questo è accaduto, una decisione normale trasformata in errore straordinario in diretta tv. No, questi non sono ladri, sono solo modesti gestori di un evento più grande di loro. Fanno danni, hanno certamente sudditanze, ma sono incapaci di responsabilità illegali. Discutono tra loro davanti al mondo perché vogliono fuggire, non passare all'incasso. Questi sono errori scemi di arbitri modesti. Eppure in serie A arriva un arbitro ogni 15 mila tesserati, una selezione formidabile. Questo è il grande male, se sono innocenti e modesti nonostante la selezione. Naturalmente ognuno ha diritto di pensare anche alla malafede, gli esempi recenti ci hanno autorizzato. Ed è comunque sempre consolante pensare di avere qualcuno contro. Ma un arbitro per essere corrotto deve prima di tutto essere un grande arbitro. Un arbitro corrotto avrebbe fischiato subito il fuorigioco inesistente di Catania. Il problema è che abbiamo aumentato gli arbitri pensando che sarebbero aumentate le certezze. Stanno invece aumentando le opinioni. Ed è questo che non sopportiamo: chi pensa diversamente da noi. 

CORSPORT - Stefano Agresti

L'ultima vergogna della casta

"Clamoroso al Cibali!", gridò Sandro Ciotti una domenica di mezzo secolo fa per raccontare ai radioascoltatori di tutta Italia la storica vittoria del Catania sull'Inter di Herrera, risultato che consegnava lo scudetto alla . E quel suo urlo, quel suo intervento durante "Tutto il calcio" del 4 giugno 1961 - lo diciamo peri lettori più giovani - è entrato nella storia del nostro calcio e della nostra radio. Uno slogan senza tempo. In quanto accaduto ieri al Cibali (oggi Massimino), purtroppo, di clamoroso c'è poco, perché un fatto è clamoroso quando è inatteso e sorprendente e negli obbrobri dei nostri arbitri non vediamo niente né di inatteso, né di sorprendente. Con sconcerto dobbiamo ammettere che l loro errori - anche i più incredibili e marchiani - sono ampiamente prevedibili e previsti. La stagione, del resto, si era aperta con il vergognoso arbitraggio nella Supercoppa di Pechino, quando era stato penalizzato in modo incredibile il , e ieri è stato semplicemente scritto un altro capitolo del libro degli orrori. Non clamoroso, dunque, ma - questo si - scandaloso. Scandaloso al Cibali.

Scandaloso il gol negato al Catania, dopo un teatrino fra tre, quattro, cinque arbitri che si sono consultati lunghi minuti prima dl prendere una decisione folle: annullare una rete regolarissima, evidentemente e chiaramente regolare. Scandaloso l'1-0 concesso alla , con Bendtner in fuorigioco: i campioni d'Italia non hanno bisogno di regali del genere. Scandaloso - diciamolo - che questo signor Rizzoli continui a rovinare le partite girando per l'Italia (e andando fino in Cina) a fare l'arbitro d'area, e ogni volta che c'è lui vengono commessi errori pazzeschi, spesso su sua indicazione. Lo si lasci per un bel po' a casa a meditare sui danni che ha combinato negli ultimi mesi: magari migliorerà. Ma - vedrete - non succederà: la casta arbitrale lo proteggerà, succede sempre cosi. E' stata la domenica degli scandali. Non solo al Cibali, ma anche a Firenze (doppia evidente ingiustizia ai danni della Lazio sull'1-0), a Torino (non ci sta l'espulsione di Sansone sullo 0-0), a (manca un rigore, forse due), a Roma (non c'è il penalty per l'Udinese). Poi c'è modo e modo per reagire a queste situazioni. Comprendiamo la colorita rabbia di Pulvirenti (e chissà se avranno il coraggio di deferirlo); è invece incauto il commento di Marotta: «Avremmo vinto lo stesso». In fondo, è possibile avere classe anche quando si gode di vantaggi. Ha detto Montella: «Non parlo degli arbitri quando potrei lamentarmi, figurarsi se lo faccio adesso che è successo il contrario». Una lezione di stile e obiettività. Clamorosa. O forse no.

LA STAMPA - Marco Ansaldo

La moltiplicazione degli errori

La "non notizia" della giornata è che Roman Abramovich al termine della partita che il Chelsea ha perso per 3-2 in casa contro il Manchester United, non è sceso in sala stampa per annunciare che «oggi è morto il calcio». Proprio non ce l'ha fatta nè gli inglesi l'avrebbero capito. Eppure quella sconfitta subita per due espulsioni discutibili e con il gol decisivo di Chicharito in fuorigioco extralarge potrebbe costare il titolo alla squadra di cui Abramovich è proprietario e che ha nello United una delle due rivali più temibili. La stessa scelta non ha fatto il presidente del Catania, Pulvirenti, il quale ha giurato di non aver mai assistito a spettacoli come quello andato in scena al «Cibali» con la : evidentemente la rabbia per l'ingiustizia subita deve avergli offuscato la memoria oppure è uno spettatore disattento per-chè di arbitri che hanno cambiato idea dopo le proteste dei giocatori (panchinani o meno) è piena la storia. Nella settimana che precede -Inter tutto ci sarebbe voluto tranne un pasticcio del genere. Il problema è che nei due erroracci di e compagnia a favore dei bianconeri si è confermato come la moltiplicazione degli arbitri piaccia a Platini ma non sia un antidoto sicuro ai loro sfondoni. Ci eravamo illusi che due addetti in più, piazzati a fondo campo vicino alla porta, avrebbero ridotto gli sbagli soprattutto per i gol fantasma e proprio in -Parma se ne era evitato uno. Ma ora tutto è tornato come prima. Anzi è stato uno dei due «arbitri addizionali» (dove hanno partorito la definizione?) a innescare la decisione sul gol annullato a Bergessio: senza l'intervento di Rizzoli tutto sarebbe filato liscio e il maxiconsulto cui abbiamo assistito con quattro arbitri impegnati a dirimere la vicenda non avrebbe partorito l'errore.

Dice il saggio: 12 occhi (di sei arbitri) vedono meglio di 2 ma qualche volta anche peggio. Perciò se invece di aggiungere testimoni oculari si introducessero le tecnologie si avrebbero più dati certi e comunque meno sensazioni umane in base alle quali giudicare: nel minuto impiegato nelle valutazioni a bordo campo si sarebbe potuta rivedere l'azione alla moviola con ben altro profitto. Si è sbagliato molto a Catania (e i siciliani erano già stati scottati domenica scorsa dal rigore non visto su Gomez contro ('Inter), ma anche il gol del Milan con il era irregolare per non dire della rete annullata nel pomeriggio a Mauri e del "penalty" non fischiato contro Cuadrado in -Lazio. La realtà è che il calcio non è morto, è rimasto colpevolmente quello imperfetto di sempre. Come sa Abramovich.

LA REPUBBLICA - Gianni Mura

Errori pesanti soliti sospetti

Otto giornate che filano via lisce, poi arrivano Catania- e -Lazio e tocca parlare di arbitraggi, soprattutto di quelli. Ne avrei fatto volentieri a meno chi invita ad abbassare i toni contribuisce ad alarli, quindi vediamo di stare calmi. In Chelsea-Manchester United, sfida di vertice, gli errori arbitrali non sono mancati, ed è finita lì. Qui, che si rigiochi già domani, e mercoledì, e giovedì, può raffreddare le polemiche. Non sarebbe male, perché sabato c'è -Inter. Fin qui, complessivamente, gli arbitri erano rimasti fuori da gravi critiche. Ieri a Catania e a Firenze gli errori sono stati pesanti. Non dirò che hanno deciso il risultato perché non ho lecertezze di Marotta e di Pulvirenti. Che gli arbitri possano sbagliare è scontato, è ovvio. Poi si tratta di vedere come, e quando. Marotta ammette che il gol di Bergessio era regolare ma dice che la avrebbe certamente vinto. Può darsi. Si era al 25' pt. Ma la poteva anche perdere, o pareggiare. Nemmeno parlerei di morte del calcio, come ha fatto Pulvirenti, né pretenderei pubbliche scuse alla à, come ha fatto il sindaco di Catania. Che forse avrebbe da pensare a cose più importanti di un fuorigioco. Pulvirenti, però, lo capisco. Già con l'Inter aveva di che dolersi (rigore di Guarin su Gomes). Con la ha visto un gol regolare di Bergessio annullato su iniziativa della panchina juventina. Non di Alessio, in piedi ammutolito, ma di alcuni giocatori, segnatamente Pepe. L'arbitro e il guardalinee Maggiani (che ha grande esperienza) avevano convalidato. Da casa si è avuta la stessa impressione di Pulvirenti, che non è una bella impressione. n arbitro di carattere (quindi non ) avrebbe ammonito Pepe. Da anni, invano, dico che bisogna saper stare in campo, ma anche in panchina. Che poi sia stato Rizzoli (lui pure ha grande esperienza) a dire l'ultima parola aumenta la confusione. E i sospetti, specie in chi li coltiva e li considera il sale del nostro calcio, mai così di basso livello in Europa, forse perché in Europa si bada più al gioco che alla dietrologia.

Forse. Poi, solo , tanto più col Catania in 10. Non era una bella e il Catania faceva il suo. Nessuna gran parata di Buffon, ma la sensazione era di una squadra-molla, pronta a scattare. Dopo il gol di Vidal, con fuorigioco di Bendtner non facile da vedere, la ha avuto molte occasioni. Ci sono stati anche errori contro la : una manata di Spolli a Pogba era da rigore ed espulsione. Chi guarda il calcio senza bandierine sa che non si può prevedere come sarebbe finita col gol di Ber-gessio convalidato. Si può dire che sarebbe stata un'altra partita e che non vorrei essere l'arbitro di -I nter. I l resto lo stanno dicendo sul web juventini e antijuventini. I neutrali fanno notare che gli errori sono sempre a danno delle più piccole. Sempre o quasi. La , che non aveva avuto un rigore sul campo del più piccolo Chievo, è piccola di fronte alla classifica della Lazio, ma non può lamentarsi di Bergonzi. Sospetta posizione di Jovetic sul gol di , rigore e gol (regolare) di Mauri non concessi. La Lazio ha regalato il primo tempo, poi s'è svegliata. Anche troppo (espulsi Ledesma ed Hernanes). Gli erroria caldo (a Firenze, ma anche il fuorigioco di Abate, sabato) non sono graditi, ma possono essere capiti. Quelli che arrivano dopo quasi un minuto di conciliaboli sono meno graditi e meno capiti. La mantiene il vantaggio sul (1-0 al Chievo) e sull'Inter (convincente 3-1 a , Cambiasso su tutti). Bloccata la Lazio, non ne approfitta la Roma: da 2-0 a 2-3 con l'Udinese. Non solare il rigore decisivo, ma una squadra matura sa gestire le partite, e la Roma è splendida, a sprazzi. Matura no.

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